Dieci decimi

Uno dei primi regali della sclerosi fu la neurite ottica all’occhio destro. Da ormai una ventina d’anni vedo una bella ombra bianca al centro della visuale, che mi da vari fastidi.

È inutile dire che il neurologo tergiversò sulla cura, facendomi prendere del cortisone (con iniezione nel cono oculare), ormai inutilmente, dopo un anno. Ma questa è un’altra storia.

Fino ad allora ho sempre avuto dieci decimi, o forse anche undici, ad entrambi gli occhi. Dopo la neurite, mi sono sempre divertito dicendo che, da un occhio solo, ma ci vedevo benissimo!

Il mio voler vedere sempre il lato positivo, ha trasformato in motivo di orgoglio il fatto che, come il dio Odino, io abbia “barattato” l’occhio destro con qualcosa di superiore. In effetti, il terzo occhio non è mai stato così attento come ora.

Ad oggi, cinque anni di clausura aggiunti all’età, mi hanno costretto ad usare un paio di occhiali da battaglia. Scelti rigorosamente dalla nipotina (la grande)!

A seconda della stanchezza, tolgo e metto gli occhiali. Il problema è che se sono tanto stanco da doverli usare, sono altrettanto stanco per alzare le braccia e metterli!

Insomma, a conti fatti, ora sono un figo intellettuale, al bisogno!

P.S. Nel frattempo ho fatto la barba! 😉

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Natale 2022

Auguri di buone feste a tutti! 🙂

P.S. Anche queste foto sono fatte con la AI! 😉

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Vite parallele

Mettiamo insieme una novità, uno sconto, il periodo natalizio e, soprattutto, il fatto che non ho nulla da fare ed ecco che mi ritrovo a far elaborare le mie foto, dall’intelligenza artificiale!

Carico un po’ di foto ed aspetto. Arriva la notifica, l’elaborazione è finita ed il risultato è pronto. Clicco ed inizio a ridere!

Vengo ritratto, più o meno fedelmente, in una varietà di situazioni che, plausibili o meno, sono veramente esilaranti!

Mi ritrovo calciatore, fotomodello, giocatore di football americano, astronauta, agente segreto, re babilonese e chi più ne ha, più ne metta!

Mi hanno fatto notare che le foto sono molto carine, ma mettono anche un po’ di tristezza.

In effetti, molte di quelle pose sono irrealistiche, ma altre sono per me impossibili a causa del mio corpo. Ma anche se fossi stato bene, non mi avreste mai visto correre dietro ad un pallone, perché a me il calcio non piace! È tutto relativo.

Personalmente, non ho visto queste foto come possibilità mancate. Chi sa quante ne avrei potute avere e quante ne posso avere tutt’ora. Sta a me coglierle e sfruttarle.

Vediamola così: ogni foto potrebbe essere una vita parallela, ma intanto, in questa sono un fotomodello! 😉

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Trova l’intruso

Al momento, il mio obbiettivo è ricominciare da zero, per poter puntare al prossimo. Ma a zero ci devo arrivare!

Da molto sto sistemando le mie cose e spesso, nel tragitto da una scatola e l’altra, qualcosa “scivola” nel secchio della spazzatura. Ci si rende conto di quante cose “uh che carino” non sono mai servite a nulla, se non a buttare soldi. L’idea, poi, di provare a monetizzare è, per l’appunto, solo un’idea.

In tutto questo ci finiscono anche i vestiti. Il mio corpo non mi consente più di mettere, per esempio, tanti bei maglioncini, magari a collo alto, che mi stavano tanto bene. Ormai la parola d’ordine è praticità, quindi piazza pulita anche di questi.

Ma non mi preoccupo, perché pur immaginandomi con una bella camicia (rigorosamente abbottonata da altri), quel bel maglioncino con la chiusura lampo, benché “sportivo”, non mi impedirà di essere il figo che sono diventato (modestamente)! 😉

Se nonostante gli aiuti mi manca la forza, cerco di sistemare almeno i dati nel computer. Tra un videogioco e l’altro, lo ammetto! È vero che un hard disk non si gonfia quando si riempie, occupa sempre lo stesso spazio, ma è anche vero che non si trovano più le cose!

Pulisci di qua, sposta di là, ho ritrovato queste foto. Avrei potuto cancellarle o ritoccarle, ma “l’intruso” nello sfondo fa parte della mia vita ormai da tempo. Anche questo rientra in un più ampio discorso di accettazione, adattamento, ricostruzione.

La strada per la “tabula rasa” è ancora lunga ma, nel frattempo, mi faccio una risata dicendo “trova l’intruso”! 😉

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L’autobus magico

L’altra sera, mia sorella è tornata dal centro commerciale con un regalino! Un autobus londinese, Lego! Ovviamente mi ha fatto pensare subito ad una canzone: Magic Bus dei The Who!

È sorto subito il solito problema: come lo monto? Ho deciso di avvalermi dello sfruttamento della manovalanza minorile, facendo fare tutto alle nipotine. Sotto la mia supervisione, s’intende!

Essendo, però, una persona di buon cuore, alla fine ho deciso che una retribuzione più che adeguata sarebbe potuta essere un Demogorgone (Stranger Things), sempre di Lego! In realtà ne avevo già comprati due, uno per loro ed uno per me, qualche giorno prima.

E dopo aver trasformato ancora una volta un difficoltà in un’opportunità, mi gusto il mio autobus magico, che mi porta da te! 😉

P.S. Nessun mattoncino Lego è stato maltrattato per fare questo post.

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Pannolino

“Sembrava soltanto ieri che andavi in giro col pannolino!”

No no, era proprio ieri! La sclerosi ti dà anche problemi intestinali ed a questi ci devo aggiungere anche la perdita di sensibilità. Quindi la domanda più frequente è: l’avrò fatta tutta?!?

Questo mi ha costretto, a volte, ad usare il pannolone quando esco. Sicuramente più che per paura che per una reale necessità, ma vivere nell’incertezza non è piacevole. È il piano B per quando “non succede, ma se succede…”!

Ne risulta che tra sacca per le urine, pannolone, pantaloni, sono praticamente blindato. Rimetterò il portabottiglie sulla carrozzina e diventerò un’entità autosufficiente, altro che fantascienza!

Certo, posso scordarmi anche il più piccolo barlume di passionale e trasgressiva intimità, però vuoi mettere le risate?!? 😉

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Multitasking

Quando una malattia ti priva di gran parte delle tue possibilità, o ti reinventi o soccombi. Di fatto, per via delle tue stesse scelte. Che poi, anche non scegliere è di per sé una scelta, ma questo è un altro discorso.

Se da una parte, quindi, cerco di trovare modi alternativi per fare le cose, dall’altra cerco di rendermi utile nei pochi modi che conosco e che sono ancora attuabili.

Il principale è sicuramente l’assistenza informatica. Non cerco più clienti da tempo, ma mi sono rimasti amici e parenti!

Capita quindi di trovarmi in situazioni come questa, tra installazioni, migrazione e recupero dati, ricerca di aggiornamenti, ricerche ed acquisti online, pagamento di bollette, ecc.

Quando c’è il rischio di sentirsi inutili o di essere di peso agli altri, questo diventa il mio modo per rimanere un componente attivo, anche se poco, della famiglia. 🙂

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Etichette

Avevo un’etichettatrice, di quelle semplici col tastierino, ma da tanto tempo non riuscivo più ad usarla. Era molto scivolosa ed i tasti erano per me durissimi.

Casualmente avevo visto che ce ne sono varie Bluetooth, da usare col cellulare. Poter usare uno schermo grande è un’alternativa da non sottovalutare.

Partono quindi le ricerche! Quella usa batterie normali, quella ha i nastri troppo costosi, di quella i nastri non si trovano, di quell’altra si scoloriscono subito… Ecco, quella è perfetta!

Approfittando di un prezzo scontato. Ordino etichettatrice e qualche nastro, anche colorato. Prima o poi le nipotine la scopriranno, è meglio premunirsi!

Al di là dell’aspetto ludico e della voglia di etichettare il mondo, mi sta tornando molto utile. Posso di nuovo essere indipendente per qualcosa, anche se apparentemente stupida. Finalmente posso suddividere le mie cose e, magari, ricordarmi anche dove le ho messe! In questo luogo periodo di riorganizzazione, mentale e materiale, è di grande aiuto.

L’aspetto che, però, ad oggi risulta il più importante, è che ora posso chiedere, all’aiutante di turno, di prendermi la scatoletta contenente questo o quello, senza indicare o minare, impazzendo entrambi!

Ora torno a riorganizzare la mia vita, tra un imprevisto e l’altro. Rigorosamente etichettato! 😉

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Buon anno 2022!

Facebook mi ha proposto un ricordo di quattro anni fa, che ripropongo anche qui.

Considerando l’andamento dell’anno che sta finendo, non propongo resoconti e non faccio richieste per quello nuovo. Non “spero che” succederà qualcosa, semplicemente perché non voglio affidare a qualcos’altro o qualcun altro, magari di inesistente, il corso del mio nuovo anno. Siamo noi gli autori ed attori della nostra vita! Auguri a tutti di buon anno! Buona fine e buon principio! 🙂

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L’articolo

Tempo fa, un’amica mi ha chiesto uno scritto, un articolo, qualcosa di personale che parlasse di musica. Quello che ne è uscito è piaciuto, ma non è andato bene per l’uso che ne voleva fare. Lo “riciclo” condivido con voi:

Tutto è partito da una zia, amante della musica. Già da quando ero piccolo, aveva tanti vinili ed audiocassette. A circa due anni, quando andavamo a trovare i nonni, entravo subito nella sua stanza chiedendo “icco mela”, che altro non erano che i dischi dei Beatles, che avevano una mela verde al centro. Mia zia era praticamente costretta a metterne uno ed io cominciavo a ballare!

Vedere il disco girare doveva essere, evidentemente, ipnotico perché mio padre ha dovuto costruirmi un finto giradischi. Crescendo, è stato sostituito da uno portatile per i 45 giri. Uno di quelli anni ’70, di plastica arancione con la maniglia.

Arrivata l’epoca dei Walkman, la suddetta zia ha cominciato a dare a mia sorella e a me, varie cassette per farci conoscere un po’ di generi musicali. Nel tempo, questa “infarinatura” è passata attraverso The Cure, Sex Pistols, U2, The Clash, Rolling Stones, Simple Minds, Siouxsie And The Banshees, The Cult, The Who, Depeche Mode e tanti, ma tanti altri.

Il filo conduttore era indubbiamente il rock, ma con ramificazioni che toccano il dark, il punk, il synth pop e via dicendo. A tutt’oggi, il tutto si è ampliato con altri generi, ma soprattutto con la curiosità di vedere come tutti questi siano collegati ed imparentati.

L’adolescenza è stata dominata dagli Iron Maiden, mentre successivamente ha preso piede la scena di Seattle, principalmente con i Soundgarden.

Erano nati i CD e non mi sono fatto sfuggire uno dei primi lettori. Il primo disco è stato Violator, dei Depeche Mode. Nonostante sia nato e cresciuto tra i vinili, inspiegabilmente non sono un “purista”. Preferisco il più “freddo” Compact Disc, più pratico e meno delicato.

Nel 1992, Lou Reed ha fatto un concerto a Roma, era appena uscito il suo Magic And Loss. Mia zia è andata ma, visto che mio nonno non si fidava, sono “dovuto” andare anche io, in qualità di accompagnatore. Dalla quinta fila, sapevo bene chi avevo davanti. Solo pochi anni fa ho cominciato a vedere concerti, recuperando il tempo perduto.

Nel frattempo, la sclerosi multipla mi aveva costretto in carrozzina, ma spronato dalla compagna dell’epoca ed approfittando degli sconti dedicati ai disabili, mi sono “sparato'” una decina di concerti all’anno, fino al lockdown.

Partendo con i Rolling Stones, sono finito da Ezio Bosso, Ludovico Einaudi, Stefano Bollani, passando per Jackson Browne, Pearl Jam, Loreena McKennitt, Ara Malikian e tanti altri.

Bosso l’ho visto tre volte e ci ho anche parlato. L’emozione che trasmetteva, non si potrà mai cancellare. Vedere salire sul palco gli Who, poi, è stato bellissimo, ma sentire e “vedere” la loro The Rock, è stato un colpo al cuore. Ancora oggi, se rivedo il filmato su YouTube (quello registrato a Toronto), mi escono le lacrime per quello che trasmette.

Tutti questi volti vecchi e nuovi, mi hanno fatto iniziare a cercare delle “chicche”. Dopo aver visto i Foo Fighters cantare Jump dei Van Halen sulle note di Imagine di John Lennon, ho trovato altro.

Chris Cornell, è l’unico che potesse cantare War Pigs dei Black Sabbath, come Chester Bennington è riuscito a cantare Adele. Al suo concerto, Steven Tyler ha infine cantato Piece Of My Heart di Janis Joplin. Quando si dice “c’è cover e cover”.

Anche le collaborazioni sono tante, come tra Damien Rice e Tori Amos, Peter Gabriel e tanti altri, Linkin Park e Cornell, ecc.

Ma il bello, è vedere come questi mostri sacri siano, alla fine, persone normali. Nick Cave, dopo aver passeggiato tra la folla dice, lui a noi, “you are awesome” mentre Bosso si ricorda di me, al secondo autografato! Jackson Browne, poi, ad un concerto si è dimenticato le parole di una nuova canzone. L’ha presa a ridere e poi gli è tornata in mente!

Tornando alla clausura forzata del lockdown, per occupare il tempo ho riorganizzato CD ed mp3, espandendone ulteriormente la raccolta. Ecco ad esempio i Green River, capostipiti del Grunge, partendo dai quali ho approfondito, tra gli altri, gli Screaming Trees, ecc.

Si conoscevano tutti, in quel di Seattle e non solo, influenzandosi musicalmente gli uni con gli altri. Un gruppo di ragazzi molti dei quali non sono riusciti a sopravvivere a loro stessi, scrivendo la storia. In una qual sorta di celebrazione, mi sono comprato una maglietta della Sub Pop, etichetta discografica che ha pubblicato molti album di questi “big”.

Da sempre il mio inconscio mi parla con le canzoni. Mi si fissa un ritornello che mi vuol dire qualcosa, sempre palesemente inerente al momento che sto vivendo. È una cosa bellissima, fin quando non mi fa passare la notte in bianco!

Visto che la musica è onnipresente, l’ho anche accostata ad altre mie passioni. Ad esempio, vedere Kurt Cobain di Lego, con il suo iconico cardigan grigio, non ha prezzo! Per non parlare di Amy Winehouse, con la sua inconfondibile capigliatura e la faccia gialla!

Infine, la filmografia è anch’essa importante. Dagli ultimi Bohemian Rhapsody e Rocket Man, ai più vecchi Quadrophenia, Tommy, The Rocky Horror Picture Show, Singles, The Blues Brothers e chi più ne ha, più ne metta. Spaccati di epoche, pensieri e personaggi che regalano emozioni e spunti di riflessione.

Credo che in tutto questo non ci sia nulla di strano, in realtà. Non mi sembra di raccontare qualcosa di anormale. Mi rendo conto, però, che vedere tutto con gli occhi di un eterno bimbo, mi fa ancora entusiasmare. Mentre la parte adulta pensa, per esempio, agli eccessi, le scelte, gli errori che questi mancati supereroi hanno fatto, scrivendo la storia. Nello stesso tempo, tante persone normali fanno vite anonime solo perché non hanno il coraggio di scegliere, di osare.

Tutto questo, tra una nota e l’altra, è un mondo che si evolve e non sta mai fermo. Cresce e si adatta ai tempi, alle tecnologie. Ed è anche il mio modo di vivere. Nel mio piccolo, cerco di seguire queste orme, complice anche una malattia che toglie tanto, ma non la forza di alzare il volume!

P.S. La foto è di qualche mese fa.

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