Ma guarda un po’ il caso!

Da che ho memoria, ho sempre avuto un senso di mancanza. Il mio percorso, nel tempo, è stato una serie di eventi “casuali” che mi hanno portato a dare una spiegazione a questa sensazione.

Casualmente, una chiacchierata mi ha fatto trovare dei legami, delle relazioni, tra tema natale, segno zodiacale e vite passate.

Casualmente ho partecipato ad un seminario sulla reincarnazione che mi ha fatto capire chi mancava e da quando.

Ce n’è voluto di tempo prima di trovare questa persona, tempo durante il quale altre casualità ed esperienze come matrimonio, divorzio, una figlia acquisita e poi andata via, la sedia a rotelle ecc, hanno dato gli ultimi “ritocchi” al mio bagaglio di esperienze.

Non mi sono mai fermato a ciò che mi veniva detto, ho sempre aggiunto una visione scettica, una lettura alternativa per poi trovare dei suggerimenti come se esaminassi una normale storiella, senza farmi influenzare ma credendoci.

Una visione così aperta mi ha fatto sempre notare dettagli che andavano oltre la lettura, l’interpretazione sterile dell’oracolo di turno.

Questa ricerca, per quanto importante e profonda, a conti fatti è servita solo a chiudere un ciclo legato ad una vita passata e, tutto sommato, la mia mezza “maghitudine” lo ha sempre saputo (come il resto, d’altronde).

Attualmente, mi ritrovo ad aver chiuso una pendenza col passato e, finalmente e con tutti gli acciacchi del mondo, posso vivere questa vita. Resta però radicata in me questa ricerca, rivolta sempre verso l’amore, non di “una” ma de “la” persona con la quale condividere il resto di questa vita.

Libero ormai da schemi, stereotipi, credenze, gentili “lasciti” generazionali ecc, sono libero di muovermi in ogni direzione. Peccato che il mio corpo non sia, ad oggi, proprio d’accordissimo!

Nonostante tutto, non sto fermo e la mia curiosità mi ha spinto a farmi fare uno schizzo di chi sto cercando (la tipa che, per praticità, chiamerò Dharma). Sarà vero? Non lo so e non importa perché, ancora una volta, l’oracolo di turno mi ha permesso di focalizzare l’attenzione su dettagli come sguardo e sorriso e come possano, ancora di più, raccontare o meno una storia. La ricerca è del contenuto e non scenderò più a compromessi, l’involucro si rivela solo una “presentazione”, per chi sa osservare.

Per ora, chiude il cerchio un altro oracolo che, vero o falso che sia, mi ha permesso di valutare alcune mie “capacità” con occhi più attenti dandomene maggiore consapevolezza e, di contro, valutare ancor più in profondità l’atteggiamento altrui.

Le Rune e la musica, i miei oracoli personali, continuano a presentarsi ad ogni paragrafo, di questo testo e di questa vita.

Questo è uno dei motivi per i quali non sono molto presente, da un po’. Una rivalutazione che spazia dalla disabilità alle amicizie, passando per tutti i campi di interesse.

Mi fate compagnia?!? 🙂

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L’autobus magico

L’altra sera, mia sorella è tornata dal centro commerciale con un regalino! Un autobus londinese, Lego! Ovviamente mi ha fatto pensare subito ad una canzone: Magic Bus dei The Who!

È sorto subito il solito problema: come lo monto? Ho deciso di avvalermi dello sfruttamento della manovalanza minorile, facendo fare tutto alle nipotine. Sotto la mia supervisione, s’intende!

Essendo, però, una persona di buon cuore, alla fine ho deciso che una retribuzione più che adeguata sarebbe potuta essere un Demogorgone (Stranger Things), sempre di Lego! In realtà ne avevo già comprati due, uno per loro ed uno per me, qualche giorno prima.

E dopo aver trasformato ancora una volta un difficoltà in un’opportunità, mi gusto il mio autobus magico, che mi porta da te! 😉

P.S. Nessun mattoncino Lego è stato maltrattato per fare questo post.

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L’articolo

Tempo fa, un’amica mi ha chiesto uno scritto, un articolo, qualcosa di personale che parlasse di musica. Quello che ne è uscito è piaciuto, ma non è andato bene per l’uso che ne voleva fare. Lo “riciclo” condivido con voi:

Tutto è partito da una zia, amante della musica. Già da quando ero piccolo, aveva tanti vinili ed audiocassette. A circa due anni, quando andavamo a trovare i nonni, entravo subito nella sua stanza chiedendo “icco mela”, che altro non erano che i dischi dei Beatles, che avevano una mela verde al centro. Mia zia era praticamente costretta a metterne uno ed io cominciavo a ballare!

Vedere il disco girare doveva essere, evidentemente, ipnotico perché mio padre ha dovuto costruirmi un finto giradischi. Crescendo, è stato sostituito da uno portatile per i 45 giri. Uno di quelli anni ’70, di plastica arancione con la maniglia.

Arrivata l’epoca dei Walkman, la suddetta zia ha cominciato a dare a mia sorella e a me, varie cassette per farci conoscere un po’ di generi musicali. Nel tempo, questa “infarinatura” è passata attraverso The Cure, Sex Pistols, U2, The Clash, Rolling Stones, Simple Minds, Siouxsie And The Banshees, The Cult, The Who, Depeche Mode e tanti, ma tanti altri.

Il filo conduttore era indubbiamente il rock, ma con ramificazioni che toccano il dark, il punk, il synth pop e via dicendo. A tutt’oggi, il tutto si è ampliato con altri generi, ma soprattutto con la curiosità di vedere come tutti questi siano collegati ed imparentati.

L’adolescenza è stata dominata dagli Iron Maiden, mentre successivamente ha preso piede la scena di Seattle, principalmente con i Soundgarden.

Erano nati i CD e non mi sono fatto sfuggire uno dei primi lettori. Il primo disco è stato Violator, dei Depeche Mode. Nonostante sia nato e cresciuto tra i vinili, inspiegabilmente non sono un “purista”. Preferisco il più “freddo” Compact Disc, più pratico e meno delicato.

Nel 1992, Lou Reed ha fatto un concerto a Roma, era appena uscito il suo Magic And Loss. Mia zia è andata ma, visto che mio nonno non si fidava, sono “dovuto” andare anche io, in qualità di accompagnatore. Dalla quinta fila, sapevo bene chi avevo davanti. Solo pochi anni fa ho cominciato a vedere concerti, recuperando il tempo perduto.

Nel frattempo, la sclerosi multipla mi aveva costretto in carrozzina, ma spronato dalla compagna dell’epoca ed approfittando degli sconti dedicati ai disabili, mi sono “sparato'” una decina di concerti all’anno, fino al lockdown.

Partendo con i Rolling Stones, sono finito da Ezio Bosso, Ludovico Einaudi, Stefano Bollani, passando per Jackson Browne, Pearl Jam, Loreena McKennitt, Ara Malikian e tanti altri.

Bosso l’ho visto tre volte e ci ho anche parlato. L’emozione che trasmetteva, non si potrà mai cancellare. Vedere salire sul palco gli Who, poi, è stato bellissimo, ma sentire e “vedere” la loro The Rock, è stato un colpo al cuore. Ancora oggi, se rivedo il filmato su YouTube (quello registrato a Toronto), mi escono le lacrime per quello che trasmette.

Tutti questi volti vecchi e nuovi, mi hanno fatto iniziare a cercare delle “chicche”. Dopo aver visto i Foo Fighters cantare Jump dei Van Halen sulle note di Imagine di John Lennon, ho trovato altro.

Chris Cornell, è l’unico che potesse cantare War Pigs dei Black Sabbath, come Chester Bennington è riuscito a cantare Adele. Al suo concerto, Steven Tyler ha infine cantato Piece Of My Heart di Janis Joplin. Quando si dice “c’è cover e cover”.

Anche le collaborazioni sono tante, come tra Damien Rice e Tori Amos, Peter Gabriel e tanti altri, Linkin Park e Cornell, ecc.

Ma il bello, è vedere come questi mostri sacri siano, alla fine, persone normali. Nick Cave, dopo aver passeggiato tra la folla dice, lui a noi, “you are awesome” mentre Bosso si ricorda di me, al secondo autografato! Jackson Browne, poi, ad un concerto si è dimenticato le parole di una nuova canzone. L’ha presa a ridere e poi gli è tornata in mente!

Tornando alla clausura forzata del lockdown, per occupare il tempo ho riorganizzato CD ed mp3, espandendone ulteriormente la raccolta. Ecco ad esempio i Green River, capostipiti del Grunge, partendo dai quali ho approfondito, tra gli altri, gli Screaming Trees, ecc.

Si conoscevano tutti, in quel di Seattle e non solo, influenzandosi musicalmente gli uni con gli altri. Un gruppo di ragazzi molti dei quali non sono riusciti a sopravvivere a loro stessi, scrivendo la storia. In una qual sorta di celebrazione, mi sono comprato una maglietta della Sub Pop, etichetta discografica che ha pubblicato molti album di questi “big”.

Da sempre il mio inconscio mi parla con le canzoni. Mi si fissa un ritornello che mi vuol dire qualcosa, sempre palesemente inerente al momento che sto vivendo. È una cosa bellissima, fin quando non mi fa passare la notte in bianco!

Visto che la musica è onnipresente, l’ho anche accostata ad altre mie passioni. Ad esempio, vedere Kurt Cobain di Lego, con il suo iconico cardigan grigio, non ha prezzo! Per non parlare di Amy Winehouse, con la sua inconfondibile capigliatura e la faccia gialla!

Infine, la filmografia è anch’essa importante. Dagli ultimi Bohemian Rhapsody e Rocket Man, ai più vecchi Quadrophenia, Tommy, The Rocky Horror Picture Show, Singles, The Blues Brothers e chi più ne ha, più ne metta. Spaccati di epoche, pensieri e personaggi che regalano emozioni e spunti di riflessione.

Credo che in tutto questo non ci sia nulla di strano, in realtà. Non mi sembra di raccontare qualcosa di anormale. Mi rendo conto, però, che vedere tutto con gli occhi di un eterno bimbo, mi fa ancora entusiasmare. Mentre la parte adulta pensa, per esempio, agli eccessi, le scelte, gli errori che questi mancati supereroi hanno fatto, scrivendo la storia. Nello stesso tempo, tante persone normali fanno vite anonime solo perché non hanno il coraggio di scegliere, di osare.

Tutto questo, tra una nota e l’altra, è un mondo che si evolve e non sta mai fermo. Cresce e si adatta ai tempi, alle tecnologie. Ed è anche il mio modo di vivere. Nel mio piccolo, cerco di seguire queste orme, complice anche una malattia che toglie tanto, ma non la forza di alzare il volume!

P.S. La foto è di qualche mese fa.

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Una vita in musica

Se non sento musica mi spengo piano piano. Tra disabilità e pandemia, stava succedendo. Cambiano le priorità e sono dovuto forzare per ricominciare a sentirla. È sempre stata parte di me e questo post ve ne darà un esempio! Forse poche persone apprezzeranno, ma a me ne basta una sola! 😉

In un momento nel quale mi sento Disarm (The Smashing Pumpkins), Under the bridge (Red Hot Chili Peppers), un po’ Paranoid (Black Sabbath), così Empty (Garbage), perso Down in a hole (Alice In Chains), Hurt (Johnny Cash) e le Tears run rings (Marc Almond) attorno ai miei occhi, so che ci vuole Patience (Chris Cornell) anche se, a volte, mi sento So lonely (The Police)…

Ma sono ancora Alive and kicking (Simple Minds), quindi devo uscire da questa Rusty cage (Soundgarden), mettere a posto tutto questo Disorder (Joy Division) e fare dei Changes (David Bowie) nella mia vita, per lasciare tutti i Problems (Sex Pistols) nel mio Rearview mirror (Pearl Jam).

Sto aspettando Somebody (Depeche Mode) di ben preciso e Nothing else matters (Metallica). Non ho One hundred wishes (Loreena McKennitt), ma solo un Desire (U2) e sei tu! Sei sempre nei miei Sweet dreams (Eurythmics) perché sei My first, my last, my everything (Barry White) ed I was made for loving you (Kiss). The way you make me feel (Michael Jackson), poi, è bellissimo!

You really got me (The Kinks) e You spin me ‘round like a record (Dead Or Alive) ed è difficile aspettare. Sto Dancing with myself (Billy Idol) ascoltando Guerrilla radio (Rage Against The Machine), ma francamente mi sto stufando. Ora, non vorrei metterti Under pressure (Queen), ma sbrigati!

Non venirmi a dire che It’s raining again (Supertramp) perché le tue sono All apologies (Nirvana), lo so! Se incominci a fare la bambina facendo Mmm mmm mmm mmm (Crash Test Dummies) o De do do do de da da da (The Police), sappi che ti rispondo per le rime dicendoti Mah-nà mah-nà (Piero Umiliani) o Rama rama ding dong (The Edsels)! Dai, non farmi passare One more night (Phil Collins) senza te…

You don’t know (Cyndi Lauper) da quanto ti aspetto, quindi Wake up (Mad Season) e Stand (REM) Today (The Smashing Pumpkins), non è vero che le donne vengono da Venus (Bananarama) e gli uomini da Marte, quindi non puoi essere So far away (Dire Straits) da me. Fidati, It’s like that (Run-D.M.C.)!

Non sono mica uno Psycho killer (Talking Heads) ne Insane in the brain (Cypress Hill), ma neanche uno Zombie (Cranberries) o il Public enemy #1 (Public Enemy)!

Please please please (James Brown) non tergiversare, non Think (Aretha Franklin) troppo. Hai paura che arrivi un Hurricane (Bob Dylan) a farti volare via lungo la strada?!? Dimmi, Are you ready (AC/DC)? Secondo me si!

Non devi Walk on the wild side (Lou Reed), la strada è semplice e non siamo distanti 2000 Miles (The Pretenders)! Se per caso stai perdendo tempo Learning to fly (Tom Petty) non serve. Basta che Jump (Van Halen) sulla tua Fast car (Tracy Chapman) e parti!

Mi raccomando, non fare The long way around (Jackson Browne) ma Walk this way (Aerosmith): segui The river (Bruce Springsteen), quello con lo Smoke on the water (Deep Purple) e vanno a bere i Wild horses (The Rolling Stones). Superato il Bridge over troubled water (Simon & Garfunkel), costeggia The wall (Pink Floyd) del Pet sematary (The Ramones) lungo la Love street (The Doors), quello con l’insegna col Black dog (Led Zeppelin) per intenderci. Supera A forest (The Cure) e Run (Foo Fighters) qui, veloce come una Cannonball (Damien Rice), nel quartiere Where the streets have no name (U2)! Quando sarai sulla Blueberry hill (Elvis Presley), One brown mouse (Jethro Tull) ti indicherà la casa.

Comunque, per te che sei un Piece of my heart (Janis Joplin), non sarà difficile trovare la mia Happy house (Siouxsie And The Banshees) ma, per aiutarti, accenderò One more light (Linkin Park) alla finestra. Una Candle in the wind (Elton John) accanto alla English rose (Paul Weller), solo per te. E quando arriverai, Let my love open the door (Pete Townshend) per te.

Ci vuole Only time (Enya), lo so, ma I want to hold your hand (The Beatles) e so che prima o poi, sarai By my side (INXS) e potrò finalmente Kiss (Prince) le tue Cherry lips (Garbage).

Questa non può essere Just my imagination (The Cranberries) o una Fairytale (Ludovico Einaudi), quindi ti aspetto qui, dentro The 12th room (Ezio Bosso), fermo Like a stone (Audioslave).

Corri Into my arms (Nick Cave), ma proprio qui, Closer to the heart (Rush), perché non so Who are you (The Who), ma so già che I love you (Woodkid)!

P.S. Artisti, titoli, periodi musicali! / sociali / culturali, non sono scelti quasi mai casualmente. Purtroppo, non sono riuscito ad inserire altri titoli!

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