Fatta la prenotazione ed arrivato il giorno dell’evento, saliamo in macchina e ci avviamo verso il luogo del concerto. Giunti a destinazione, seguo le indicazioni datemi telefonicamente dall’organizzazione, il giorno prima. Arrivati alla sbarra, la mia compagna sventola il mio contrassegno disabili per farlo vedere al vigile che ci sta venendo incontro. Lui, arrivato al finestrino di lei lo prende, lo esamina, lo gira, lo rigira, guarda la mia compagna e poi si china per guardare me. A questo punto, sinceratosi che il contrassegno fosse di uno di noi due (c’è la mia foto dietro) esclama: “ah è lei il disabile, aspettate un attimo che vi faccio passare”. Abbiamo capito subito il vigile pensasse che il disabile fosse la mia compagna non essendo lei alla guida, ma la foto non coincideva. Evidentemente, per lui, un disabile non può avere occhiali da sole, capello lungo e guidare una Smart cabrio. Evidentemente, siamo incappati in uno dei soliti stereotipi sui disabili… La sbarra si alza ed entriamo, per parcheggiare sotto le mura delle terme di Caracalla dove, di lì a poco, si sarebbe tenuto un concerto meraviglioso! Anche questa volta ho detto “guarda dove ti ho portato”, ma stavolta ho la foto che lo testimonia! 😉
In foto: il parcheggio sotto le mura delle Terme di Caracalla, accanto all’entrata del sito.
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